Una comunità proiettata verso il futuro
Padova, come tutte le città italiane, è molto cambiata negli ultimi 50 anni. E lo è anche la comunità del S. Cuore. Meno forse di altre, giacché la particolare ubicazione al di là della linea ferroviaria Padova, Campo sampiero, Bassano-Calalzo ha inibito in qualche modo il suo sviluppo urbanistico.
Lati positivi e negativi della parrocchia di campagna hanno convissuto negli anni, ed oggi di questo riconosciamo soprattutto il grande valore del “conoscersi uno per uno” e del chiamarsi per nome. Il S. Cuore non è quartiere dormitorio, nemmeno un insediamento ghetto.
Ed anche gli interventi di costruzione di alloggi IACP si sono integrati morbidamente e positivamente con il tessuto sociale esistente.
È il Paradiso allora la Comunità del S. Cuore? No, no di certo. Anche tra di noi esistono situazioni di disagio e di emarginazione sociale (anziani, poveri, droga...) soltanto che la tenuta della trama connettiva della Parrocchia è stata salda. È stata, ed è salda. Come mai, perché qui si, ed altrove no? Esiste a questo quesito un’unica semplice risposta. Perché lo sviluppo della nostra Comunità in questi 50 anni non ha mai mancato di prescindere dalla promozione umana. Perché adeguatamente si è operato affinché non si creassero realtà disaggreganti.
E le stesse “GESCAL”, case che altrove sono luogo di incomunicabilità e di anomia, qui hanno cooperato, come detto, alla crescita complessi va. La Chiesa all’interno di questo quadro positivo ha avuto il ruolo preminente: infatti, in questi anni oltre alla attività pastorale e formativa che le è strettamente propria, ha innalzato strutture ed avviato attività che hanno compensato eventuali carenze del “pubblico”. Penso al patronato ed all’asilo, al calcio, al pattinaggio, pallavolo e rugby (per la presenza del campo sportivo), alla scuola media per tanti anni ospitata, la sagra, i cineforum e le migliaia di iniziative sociali organizzate in questi oltre 180.000 giorni di nostra comune storia.
Una presenza sociale forte da parte dei cattolici, i quali hanno saputo testimoniare la loro fede anche in settori ineludibili della vita sociale come l’attenzione agli ultimi (Conferenza di S. Vincenzo), del mondo del lavoro (ACLI) e non ultimo della politica attiva.
Proprio rispetto alla politica, riprendendo la recente esortazione del Santo Padre “Christifideles laici”, si nota un calo più che di interesse, di partecipazione. Eppure oggi il nostro territorio necessita di un "supplemento” di partecipazione. Molti e grandi sono i progetti di “sistemazione” di aree nella nostra comunità o immediatamente confinanti.
Uno sviluppo equilibrato infatti necessita della presenza e della vigilanza di tutti, e la richiesta di costruzione parallela di strutture di quartiere rivolte alla fruizione locale.
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale ha una lunga tradizione al S. Cuore: infatti esiste, con alterne vicende, da vent’anni. Esso è l’organismo che “deve farsi carico anzitutto della missione del proprio territorio
e dei problemi umani che accompagnano la vita della popolazione per rassicurare il contributo che la Chiesa può e deve offrire (cri. Com. e com. 44)”.
Da noi, per ora, è stato luogo di riflessione senza però farsi direttamente carico di essere “il luogo naturale del dialogo, del confronto, della partecipazione ecclesiale” (Mons. A. Magarotto, presentazione a
“Il Consiglio Pastorale Parrocchiale” 1984). Molto infatti bisogna ancora fare affinché in ognuno di noi penetri la consapevolezza del ruolo proprio ed insostituibile del laico nella Chiesa e di conseguenza del Cosiglio Pastorale. Ci vengono in aiuto i Vescovi. Si legge nel decreto sull’Apostolato dei laici che “la loro azione è talmente necessaria che senza di essa lo stesso apostolato dei pastori non può per lo più raggiungere la sua piena efficacia... Si abituino i laici a lavorare nella parrocchia intimamente uniti ai loro sacerdoti, ad esporre alla comunità
della chiesa i loro problemi o quelli del mondo e le questioni che guardano la salvezza degli uomini, perché siano esaminati e risolti con il concorso di tutti”. Questa citazione è riportata dal Papa nella Christifideles laici”; egli continua poi così: “quel - con il concorso di - deve trovare il suo adeguato e strutturato sviluppo nella valorizza e più convinta, ampia e decisa dei CONSIGLI PASTORALI PARROCCHIALI sui quali hanno giustamente insistito i Padri Sinodali”.
In 50 anni di storia i laici del S. Cuore non hanno mai fatto mancare 0~stegno ai Pastori. In questi anni abbiamo camminato con la gloria, che fa crescere l’uomo, cadere steccati e muri, certi che Dio ne è il segreto artefice. E come hanno fatto i nostri predecessori, ma secondo gli stimoli che il Papa ed i nostri Vescovi ci inviano, è tempo di assumere ruoli che ci competono affinché questa nostra Comunità progredisca sempre di più. Accogliamo perciò l’appello del Papa alla “Responsabilità” lanciato lo scorso I° gennaio: “responsabilità verso se stessi; responsabilità verso gli altri; responsabilità verso l’ambiente (Messaggio per la giornata mondiale della Pace di Giovanni Paolo 110 4,13)”.
Mimmo Vita
(‘I. Pres. Consiglio Pastorale Parrocch.le)
- Dettagli
- Pubblicato: 01 Novembre 2014
- Creato: 01 Novembre 2014
- Ultima modifica: 02 Novembre 2014